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Articolo 14-18.12.2023

Settimana prima di Natale e non ho ancora acquistato nessun regalo. Ogni anno la stessa storia: cerco di delegare questo compito a una mia fidata assistente, ma, come ben saprai, ci sono scelte che non possono essere vicariate...
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Non ti nascondo che anche oggi ero indeciso se rimandare il nostro appuntamento settimanale. Poi mi sono detto che c’erano troppe cose interessanti da raccontarti. Ed eccoci qui: un pensiero sul presente e il futuro della nostra professione, oltre ai soliti spunti dalla letteratura, le news e i consigli per gli acquisti.

Buona Lettura

Filippo

INOLTRA A UN AMICO/A

COSA LEGGERAI OGGI :

News del settore : Legge sull’ equiparazione tra professionisti e imprese  Riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato dei dipendenti; Fallisce il gruppo odontoiatrico spagnolo  Vivanta; Prevenire l’invecchiamento degli organi; Investire nell’Intelligenza Artificiale.
Un pilastro della Letteratura : Trombelli L, Severi M, Pramstraller M, Farina R. “Sub-periosteal peri-implant augmented layer technique for horizontal bone augmentation at implant placement”.
Il Punto di Filo: 
Networking e Collaborazioni
Annunci
Prossimi appuntamenti in sede (e online)
Libro della settimana : “ll Cigno nero” di Nassim Nicholas Taleb
Citazione della settimana

NEWS DEL SETTORE

  1. Un articolo pubblicato sul sito dell’AIO discute la recente legge 160/2023 che potrebbe avvicinare a una equiparazione tra professionisti e imprese. La legge, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, introduce il principio secondo cui i professionisti possono beneficiare di misure incentivanti. Ciò non implica una piena equiparazione con le imprese, ma apre la strada a decreti attuativi che definiranno dove questa equiparazione avrà luogo. La legge è vista come un passo positivo verso l’equiparazione, soprattutto nel settore odontoiatrico, dove si è combattuto a lungo per la parità di trattamento con le imprese.
  2. L’articolo 7 del disegno di legge di bilancio dello Stato per il 2024 prevede il mantenimento del taglio dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato ai dipendenti. La legge stabilisce un’imposta sostitutiva del 10% per i premi legati ad incrementi di produttività, con specifiche condizioni quali il limite di 3mila euro lordi e un reddito annuo inferiore a 80mila euro. Per il 2024, l’aliquota sarà ridotta al 5%. La riforma fiscale estende potenzialmente l’imposta sostitutiva a straordinari e tredicesime, in attesa di decreto attuativo.
  3. Il gruppo odontoiatrico Vivanta in Spagna ha annunciato un licenziamento collettivo in 143 cliniche, a solo 18 mesi dall’ottenimento di prestiti governativi per 40 milioni di euro. Questa mossa, che colpisce duramente il settore dentale e mette in discussione l’efficacia del salvataggio governativo, segue anni di perdite finanziarie. Vivanta, che non ha mai registrato profitti, aveva un patrimonio netto negativo prima della pandemia. La decisione ha suscitato critiche e richieste di trasparenza sul sostegno governativo a un’azienda con una quota di mercato relativamente piccola.
  4. Uno studio dell’Università di Stanford ha scoperto che circa un adulto su cinque sopra i 50 anni ha un organo che invecchia più velocemente degli altri, aumentando il rischio di malattie. Attraverso l’analisi delle proteine nel sangue, è possibile stimare l’età biologica di 11 organi e tessuti principali. Questo approccio può prevedere il rischio di morte e malattie legate all’invecchiamento accelerato di organi specifici. La ricerca sottolinea l’importanza della prevenzione e di un’analisi dettagliata per una vita più sana.
  5. Una ricerca pubblicata da Deloitte esplora come gli italiani e le aziende del paese vedono l’intelligenza artificiale. Gli italiani sperano che l’IA venga applicata in campo medico e nella semplificazione burocratica, mentre le imprese italiane stanno aumentando gli investimenti in questa tecnologia. Il report evidenzia l’importanza di una collaborazione pubblico-privato per garantire uno sviluppo etico e sicuro dell’IA. Tra le applicazioni più usate in Italia ci sono la traduzione simultanea e gli assistenti vocali. L’interesse per l’IA si estende anche alla sostenibilità ambientale.

APPROFONDIMENTI

Fattori Parodontali

  • Ampiezza Biologica/Attacco Supracrestale: La distanza dalla giunzione amelo-cementizia (o dal margine del restauro) all’osso crestale andrebbe sempre preservata. Questa distanza definisce la quantità di osteo-plastica da eseguire.
  • Ampiezza della gengiva aderente: Una banda insufficiente può creare problemi gengivali-alveolari postoperatori. Nella pianificazione chirurgica andrebbe considerata la preservazione della gengiva aderente.
  • Invasione delle forcazioni: Posizione e grado della compromissione può influenzare la prognosi a lungo termine.
  • Rapporto Corona-Radice: Aiuta a determinare la perdita di attacco post procedura. Denti con radici corte non sono indicate per l’allungamento .
  • Mobilità del Dente: Qualsiasi mobilità può compromettere la longevità del restauro.
  • Compliance: Il controllo della placca pre e postoperatorio è obbligatorio.

Fattori Restaurativi

  • Estetica: Importante considerare la linea del sorriso; i denti possono sembrare più lunghi.
  • Carie: Rimuovere la carie prima della procedura.
  • Prognosi Endodontica: Valutazione endodontica prima della procedura.

UN PILASTRO DELLA LETTERATURA
Ogni settimana, un articolo scientifico che non puoi non conoscere!

Trombelli L, Severi M, Pramstraller M, Farina R. “Sub-periosteal peri-implant augmented layer technique for horizontal bone augmentation at implant placement”. Minerva Stomatol 2018;67:217-24. DOI: 10.23736/S0026-4970.18.04161-4

🦷 Introduzione alla Tecnica SPAL
La tecnica SPAL consiste in una procedura chirurgica per incrementare tessuti duri e molli attorno agli impianti dentali.

👨‍⚕️ Procedura Chirurgica
La tecnica inizia con un lembo a spessore parziale per sollevare la mucosa, seguito dall’elevazione del periostio dalla corticale vestibolare.

🔬 Utilizzo dell’Innesto Xenogeno
Un innesto xenogeno riempie lo spazio tra il periostio e la corticale, con il periostio suturato al lembo linguale.

📈 Risultati Post-Intervento
Nel caso descritto nell’articolo, dopo 4 mesi, si osserva un aumento significativo (>2 mm) dello spessore dei tessuti peri-implantari vestibolari.

IL PUNTO DI FILO
La mia personale riflessione sulla settimana appena trascorsa e su un tema a me caro.

Questa settimana mi è comparso nel feed di FB un post pubblicato da Palmas su Orrori Dentali. Se il nome Palmas non ti dice nulla, forse ricorderai la storia del “dentista sardo in Moldavia” o il miracoloso progetto “bocca bionica” che nemmeno Squalo di James Bond (te lo ricordi?!). 

Comunque questo nostro collega ha fatto una barca di soldi nell’Est Europa e i suoi cartelloni pubblicitari campeggiano in molti aeroporti d’Italia (e in Sardegna). Devo confessarti che sono un grande fan del gossip che ruota attorno al nostro mondo, e quando Palmas pubblica qualcosa (e lo fa molto spesso), adoro assistere ai polveroni che scatena nei commenti. 

Nel post oggetto di questo Punto, sulla base di una OPT, il Nostro esprimeva un piano di trattamento implanto-protesico con estrazioni “preventive” di tutti gli elementi dentali. La provocazione, come immaginerai, ha sollevato una valanga di improperi. In sostanza le critiche si sono raccolte in due filoni principali: chi sosteneva che i denti bisognerebbe salvarli e chi non azzarderebbe mai un pdt sulla base di una ortopanto. 

Lasciando da parte i dettagli tecnici del caso specifico, vorrei spingere la nostra attenzione su aspetti forse meta-odontoiatrici, ma quanto mai attuali.

L’utente medio (cliente) di oggi vuole tutto, lo vuole subito e, quando non può permetterselo, paga a rate.

Questo atteggiamento, figlio dell’era consumistica, ha stravolto la mentalità dell’uomo contemporaneo, rompendo una volta per tutte il nesso che regola i rapporti di causa-effetto e sprigionando il potere di ogni bias legato al pensiero matematico. Ok, detta così ammetto che possa sembrare una super cazzola prematurata, ma cerca di seguirmi.

Se cinquant’anni fa non avevi i denti e nemmeno i soldi per rifarteli, ti attaccavi al cazzo. Non c’erano finanziarie, pagodil o carte di credito. Prima di andarsene per colpa dell’Alzheimer, all’inizio dei miei studi odontoiatrici, nonna mi raccontava che ai suoi tempi un regalo di nozze molto gradito era la dentiera. Sì, hai capito bene. 

La tendenza a volersi poter permettere le cose dei ricchi, alimentata dalla spinta del credito al consumo, ha preso piede dapprima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo industrializzato. Complici la propaganda e l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, il fenomeno si è espanso a macchia d’olio, amplificandosi esponenzialmente. L’aumento continuo della domanda ha suscitato la risposta potente dell’offerta: si è investito (con altro credito al consumo, ovviamente), si è costruito, si è prodotto, si è venduto, si è smaltito, si è re-investito. Questo in un ciclo inarrestabile di puntate e rilanci sempre più audaci e meno sostenibili. 

L’avvento di internet ha infine sdoganato il potenziale micidiale della globalizzazione: televisione, radio e giornali avevano smosso montagne di denaro, ma ci voleva qualcosa di ancora più pervasivo e contagioso. All’inizio passato in sordina e da molti bollata come una semplice moda passeggera, il web ha aspettato con pazienza che si sviluppassero le tecnologie necessarie perché potesse diffondere. E così è stato. Nell’arco di soli 15 anni (1995-2010) siamo passati dalle prime connessioni 56 k, all’ISDN, all’ADSL, alla tecnologia wap sui telefoni cellulari, per sbarcare infine alle connessioni dati sugli smartphone. Il mondo era appena approdato nella tasca degli utenti-consumatori. 

Poi i social-media e la messaggistica istantanea, insieme alle piattaforme per i contenuti on-demand, hanno fatto tutto il resto. Iper-connessi e raggiungibili da stimoli commerciali a ogni ora della giornata. Il mercato ha avuto un accesso così diretto ai nostri cervelli che si sono dovuti inventare sistemi sempre più ingegnosi per infilarci dentro la testa il desiderio alla domanda. 

Spero di non averti annoiato e mi scuso se ho banalizzato in poche righe un fenomeno per cui non basterebbero centinaia di volumi. Ma per arrivare a dove siamo oggi non possiamo mai distogliere lo sguardo dalla strada che abbiamo percorso. 

Se vogliamo renderla ancora più elementare: il mio vicino è più ricco e ha l’erba più verde della mia. Io voglio l’erba del mio vicino ma non sono ricco come lui. Il fatto di non potermela permettere non cancella il mio desiderio e la cosa mi frustra. Le banche mi mettono a disposizione un sistema per permettermi oggi l’erba verde come quella del mio vicino pagandola in comode rate. 

I media sono solo il sistema che ti permette di vedere quanto è verde l’erba del vicino e, oggi, con le manipolazioni d’immagine, i filtri, le storie montate ad arte, l’erba appare molto più verde di quanto non sia in realtà. Ma ti rendi conto di che pandemonio è?!

E ora siamo pronti a tornare ai nostri diavolo di denti.

Oggi nessuno vuole stare senza denti e le protesi mobili, nonostante conservino ancora il loro mercato, fanno cagare quasi a tutti. 

Scrivo “quasi” perché ci sono ancora pazienti talmente terrorizzati dall’idea di mettere un impianto e sottoporsi a chirurgia che rifiutano categoricamente l’opzione fissa. La stragrande maggioranza di chi bussa al nostro studio, invece, se ripiega sullo scheletrato è per una questione economica. Ho ragione o no? Spesso si tratta di anziani che vivono con la minima di pensione e utenti non finanziabili. 

Senza addentrarci nel fenomeno dell’odontoiatria low cost in Italia, che certamente ha contribuito al quadro in cui versiamo oggi, il mercato emerso con imponenza nell’ultimo decennio è certamente quello del turismo dentale nell’est Europa. Con il passare del tempo si è sempre più concretizzata una prospettiva di riabilitazione fissa accessibile a tutti. Certo, all’inizio le barriere erano davvero tante: prime fra tutte la distanza e la fiducia verso realtà estere (e spesso considerate di serie B). Al secondo problema si è posto rimedio con lunghi processi di branding, partnership con intermediari italiani e costose campagne di marketing. E non credo che servirà a molto la tempesta mediatica avviata in questi giorni per gettare luce sugli angoli oscuri del business odontoiatrico in paesi come l’Albania, dove sembrano esserci addirittura contaminazioni con la criminalità organizzata. Le persone che non potranno permettersi i nostri preventivi continueranno a cercare queste soluzioni, spesso a rischio della salute.

E’ sul problema della distanza che vorrei invece farti riflettere. Prendere un aereo per andare a sistemarsi i denti non è certamente la soluzione più comoda. E’ necessario quindi ottimizzare le sedute odontoiatriche al fine di limitare al massimo il numero di viaggi. Quali soluzioni ti vengono in mente? Te lo dico io: piani di trattamento standardizzati volti alla demolizione piuttosto che al mantenimento. Non c’è un’altra strada: per reggere quel sistema sei praticamente costretto alle “estrazioni preventive” e alle riabilitazioni totali a carico immediato. 

Ed eccoci qui all’odontoiatria che risponde alle attuali richieste del mercato: “voglio tutto, subito e, se posso, preferisco spendere poco”. 

A questo punto, cosa avremmo potuto fare noi come categoria odontoiatrica? La soluzione apparirebbe chiara: concentrarci sui benefit di una odontoiatria a portata di automobile, promuovendo la redazione di piani di cura volti alla prevenzione, alla conservazione e all’educazione per un mantenimento nel lungo termine. Abbiamo invece preferito fare il gioco della concorrenza estera, andando a promuovere quella cultura che fino a ieri ci appariva così lontana dal nostro modo di intendere la professione. 

Ed ecco che le pubblicità sui denti fissi in tot ore ha cominciato a imperversare anche nel nostro Paese (e molti di noi, me compreso, ci sono almeno una volta). Perché, anche se è vero che in coda alle nostre inserzioni scriviamo in piccolo che “la possibilità di effettuare il carico va considerata singolarmente tramite una prima visita approfondita”, il messaggio che passa all’esterno è che gli studi italiani si stanno adattando alle richieste del mercato. E’ così che si erode il valore della professione e il frutto del nostro operato viene percepito come una commodity. 

Seguimi adesso perché stiamo arrivando alla fine e questo è forse il punto più importante. Un altro drammatico effetto di queste campagne pubblicitarie è la percezione che esista una soluzione semplice e veloce ai problemi della bocca: quella che era una strategia nata per rispondere a un problema di distanza (“come faccio a soddisfare in tre giorni un paziente che viene dall’estero perché non può permettersi le cure in Italia?”)  rischia di elevarsi a nuovo standard di qualità. Il risultato? Faremo full arch a chi si può permettere terapie più corrette. E questo finirà per mettere la maggior parte degli studi italiani in grave rischio di sostenibilità nel lungo termine.

Nel futuro che vedo io il rapporto umano e la qualità clinica saranno gli unici fattori a fare la differenza nel mercato italiano. Chi non si è fatto una reputazione di ferro negli ultimi anni e tutti quelli che rimarranno appesi al filo tremebondo della moda di mercato chiuderanno. E chiuderanno male. 

Buona settimana, 

Filippo Chelli

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con il Dott. Ezio Bruna

LIBRO DELLA SETTIMANA

“Il Cigno Nero” – Nassim Nicholas Taleb

Prima della scoperta dell’Australia, si credeva che tutti i cigni fossero bianchi, finché non fu avvistato un cigno nero. Nassim Nicholas Taleb, in ‘Il Cigno nero’, sostiene che la conoscenza basata sull’esperienza è fallace e ci rende vulnerabili agli eventi imprevisti. L’autore ci invita ad accettare l’incertezza e l’imprevedibilità della vita, sottolineando come eventi rari e impensabili possano avere impatti significativi. Il libro è una guida per abbracciare l’improbabile e accettare che questo governi le nostre vite, sia nel contesto personale che economico.

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CITAZIONE DELLA SETTIMANA

“Una gemma non può essere levigata senza attriti, né un uomo perfezionato senza prove”

Seneca

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