E poi, naturalmente, annunci e consigli di lettura. Che dire, anche stavolta ce n’è di materiale da approfondire.
Buona lettura,
Filippo
News del settore : Il branding odontoiatrico secondo il dott. Federico Tirone, un case report su cui riflettere.
Un pilastro della Letteratura : Farzaneh M, Abitbol S, Friedman S. Treatment outcome in endodontics: the Toronto study.
Il Punto di Filo:
Networking e Collaborazioni
Annunci
Prossimi appuntamenti in sede (e online)
Libro della settimana : Atomic habits. Piccole abitudini per grandi cambiamenti – James Clear
Citazione della settimana
NEWS DEL SETTORE
- Nell’ultimo post pubblicato sul sito di Formazione Odontoiatrica, il dott. Federico Tirone ci racconta la sua esperienza con un open day. Solite cifre da capo-giro, qualche nozione di marketing e la call to action per l’edizione 2024 del corso “Da zero all’impero”. Quello che sembra emergere dall’articolo è che per farti conoscere puoi utilizzare tutte le strategie che vuoi, ma se non investi “centinaia” o almeno “decine” di migliaia di euro all’anno nel tuo brand, i risultati saranno sempre modesti. Credo che resterò modesto.
- Sul gruppo Facebook Odontoiatria Italia, il recente case report di un nostro collega ha suscitato un mare di critiche. Al momento in cui redigo questa Newsletter, il post presenta delle foto pre e post intervento e due panoramiche del post. Alla paziente con evidenti compromissioni dentali nell’arcata superiore è stata fatta bonifica, osteotomia e protesi su 3 impianti. La notizia potrebbe sembrare superflua, ma il tono scanzonato con cui il collega ha presentato il caso, a mio avviso getta un’ombra pesante sullo stato attuale della nostra professione. Leggilo e fatti un’idea.
UN PILASTRO DELLA LETTERATURA
Ogni settimana, un articolo scientifico che non puoi non conoscere!
Farzaneh M, Abitbol S, Friedman S.: “Treatment outcome in endodontics: the Toronto study. Phases I and II: Orthograde retreatment”. J Endod. 2004 Sep;30(9):627-33.
Campione 📊
Valutazione dei risultati del ritrattamento ortogrado su 523 denti in 444 pazienti.
Interventi Effettuati 🔍
Tutti i denti sono stati sottoposti a ritrattamento endodontico.
Follow-up
420 denti hanno mancato il richiamo al follow up.
Lo Studio 🔍
103 denti esaminati da due esaminatori indipendenti e calibrati 🕵️♂️🕵️♀️.
Classificazione dei risultati 📈
Denti “guariti” (senza parodontite apicale, segni o sintomi) vs. “malati” (con parodontite apicale, segni o sintomi) ⚖️.
Tasso di Guarigione 📈
Generalmente 81%. Differenza significativa basata sulla presenza preoperatoria di parodontite apicale e perforazione (97% vs 78% e 89% vs 42%, rispettivamente) 🚨.
Altri Fattori Identificati
Lunghezza inadeguata del riempimento radicolare intraoperatorio senza perforazione come fattore di rischio 📏.
Implicazioni Cliniche 🎯
La parodontite apicale è un fattore predittivo importante, ma secondario rispetto alla perforazione preoperatoria, alla qualità del riempimento radicolare e al restauro postoperatorio, nell’influenzare l’esito del ritrattamento.
IL PUNTO DI FILO
La mia personale riflessione sulla settimana appena trascorsa e su un tema a me caro.
Andando ad analizzare nel dettaglio tecnico il suo lavoro, ci accorgeremo che alla fine non c’è nulla di straordinario nelle faccette che rappresentano il core del suo business. Tuttavia la sua costanza nel pubblicare casi sui social, così come il continuo apparire sui media, ne fanno un personaggio interessante.
Spulciando un po’ le sue dichiarazioni rilasciate alla stampa mi ha colpito una similitudine che ricorre spesso nel corso delle interviste. Detta in parole povere, lui si sente un’auto da corsa all’interno del corpo di un essere umano. Quando era più giovane sentiva che il suo bolide era costretto a sfrecciare all’interno di un parcheggio. Con il passare degli anni e il miglioramento delle condizioni economiche, Apa è riuscito a mettere insieme il necessario per esprimere tutto il suo potenziale e poter così sfrecciare a 300 chilometri orari sull’autostrada del successo.
Oggi, come sostiene in una intervista per il Dentistry.co.uk, ha chi gli controlla lo stato delle gomme e immette nel suo circolo sanguigno la benzina più pura (ha detto davvero così).
Allora, a prescindere dalle menate di Formula Uno, è interessante raccogliere gli spunti offerti dal Dottor Apa e tradurli nella nostra realtà.
Non hai bisogno di fare la spola tra New York, LA e Dubai per capire che possedere un Sistema ben oliato può fare tutta la differenza nella frenesia della nostra epoca.
James Clear, autore del libro che ti consiglio oggi, esprime un concetto che possiamo considerare alla base della filosofia di Apa: non concentrarti sugli obiettivi, concentrati piuttosto sui sistemi.
Tutti abbiamo dei traguardi che vorremmo raggiungere, per carità, ma non è detto che affidarsi totalmente a un obiettivo futuro sia la chiave. In molti, moltissimi casi, un goal esprime un desiderio che non può, per la natura caotica dell’esistenza, tenere conto delle circostanze imprevedibili che ne metterebbero a rischio la riuscita.
“L’anno prossimo voglio chiudere con un fatturato superiore del 20%”; “Il mese prossimo almeno 15 prime visite”; “Per luglio voglio avere un fisico da spiaggia”.
Nel sistema classico di definizione e raggiungimento degli obiettivi, i tre esempi che ti ho appena forniti vengono spacchettati in tante piccole azioni che, alla fine dovrebbero, portarci al risultato finale.
E’ su questo punto che si snoda la maggior parte della letteratura in tema di goal setting: pensa a un obiettivo e parti dalla prima azione. Poi, come accade quasi sempre, con il passare delle settimane prima e dei mesi poi, ti rendi conto che le cose non vanno esattamente come avevi previsto, e la tua dead line inizia inesorabilmente a slittare.
Questo spesso si traduce in frustrazione, con il rischio concreto di mandare tutto alle ortiche.
Anche io fino a qualche anno fa agivo in questo modo, e per i progetti legati a scadenze ben definite (“prepara la relazione per il meeting del 30 ottobre”) faccio ancora così.
Il metodo bottom-up (dalla prima azione utile al raggiungimento del traguardo finale), spiegato così bene da David Allen nel suo bestseller Detto Fatto, funziona a meraviglia con quelli che sono gli obiettivi che rispondono perfettamente all’acronimo S.M.A.R.T (Specifico, Misurabile, Raggiungibile (Achievable), Rilevante, Basato sul tempo (Time-based)). Torneremo sulla definizione di un obiettivo SMART in un’altra occasione, oggi ti basti pensare che se il tuo traguardo non risponde CONTEMPORANEAMENTE a tutti e cinque i punti della sigla, allora devi cambiare approccio.
Capisci che non puoi controllare tutte le variabili connesse a un aumento di fatturato del 20%? Sì, se proprio insisti puoi contestualizzarlo a forza all’interno di SMART (inzaccarlo, come si dice dalle mie parti), ma sarà soltanto una forzatura che ti condurrà alla frustrazione, spingendoti, alla fine, a concentrarti su altro.
E’ per questo che al classico SMART io aggiungerei una lettera che manda a cagare tutta la figata dell’acronimo: la D. D come dipende da me e il gioco è fatto.
Raggiungere un fatturato superiore del 20% al termine del prossimo anno dipende da te? Sicuramente, ma solo in parte, e mi auguro che questi ultimi tre anni te lo abbiano insegnato.
Tutte le cagate di time management e affini che sono famose oggi nascono per un’epoca che non esiste più: nel periodo in cui l’uomo si riteneva padrone incontestato degli eventi. Fortunatamente la Natura ha pensato di rimettere le cose al loro posto, e chi oggi non abbraccia il cambiamento rischia di rimanerci sotto.
Perché la più grande qualità richiesta nel mondo attuale è quella di padroneggiare i repentini cambi di vento e riuscire ad adattarvisi cercando, nel limite del possibile, di trarne vantaggio. E’ il concetto di anti-fragilità espresso qualche anno fa da Taleb in uno dei suoi libri più riusciti.
Ok, capisco che stiamo andando un po’ fuori rotta e ti chiedo scusa.
Torniamo ai nostri obiettivi. Se cominci a entrare nel quadro che ti ho tratteggiato, ti renderai conto che la maggior parte di quelli che consideri goal, sono in realtà desideri più o meno realizzabili su cui, però, non hai il controllo totale.
Bene, la buona notizia è che per tutti questi obiettivi la strada è molto più semplice, e te la spiego immediatamente.
Punto numero uno, non perdere tempo a formularli in termini umili (perché il 20% del fatturato quando potrebbe essere il doppio?!?). Come dicevo in un altro Punto, ti devi concentrare sulla visione. Come fai a figurarti un fatturato superiore del 20%, che cagata è? Immagina, piuttosto, come un aumento significativo del tuo fatturato vada a incidere la qualità della tua vita professionale e privata. Assume un aspetto più invitante, non trovi? Bene.
Per quanto riguarda l’obiettivo del fisico da spiaggia, in realtà non hai bisogno di infiorettare troppo la tua visione: quando pensi al fisico da spiaggia, l’immagine che ti viene in testa è già abbastanza chiara. L’unica cosa sbagliata di questo traguardo è che ti eri posto il mese di luglio come dead-line. Ma chi te l’ha detto che ci riesci? Essù. Non diciamo cavolate.
Per avvicinarti a questi traguardi devi adottare un sistema di abitudini a piccoli incrementi costanti e concentrarti solo ed esclusivamente sui risultati quotidiani. La domanda che ti devi porre in questi casi è: “Quale piccola azione giornaliera mi può avvicinare a (il traguardo che vuoi raggiungere)?”.
Per l’aumento del fatturato, le misure che puoi mettere in campo sono sterminate: dal miglioramento dell’agenda, all’introduzione di una strategia di marketing.
Inizia da qui.
Al termine di ogni settimana, poi, magari nel corso della tua revisione settimanale, ti fermerai a riflettere un quarto d’ora sui risultati a breve termine delle tue nuove strategie e vedrai se aggiustare il tiro. Sembra una cavolata, ma mantenere costanti le giuste abitudini porta a risultati sorprendenti, senza il rischio di dover vivere la frustrazione di dover continuare far slittare la tanto agognata scadenza.
“The score takes care of itself”. Non sono riuscito a trovare una frase più appropriata a conclusione di questo nostro appuntamento settimanale. Formulata da Bill Walsh, uno dei più grandi allenatori NFL della storia, questa massima dovrebbe penetrare nel tuo DNA e cominciare a farti sintetizzare le proteine del successo.
Non pensare al punteggio, ma gioca al massimo delle tue capacità. Questo è l’unico modo giusto di vincere la partita. La TUA partita.
Buona settimana.
Filippo
NETWORKING E COLLABORAZIONI
Cercasi consulente endodontista/conservatore a Fermo per collaborazione in studio già avviato. Per info rispondere direttamente a questa mail.
Endodontista in zona Recanati
Cercasi consulente endodontista/conservatore a Recanati per collaborazione in studio già avviato. Per info rispondere direttamente a questa mail.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
26 Novembre 2023 : Corso blsd 50 Ecm
16 Dicembre 2023 : Corso blsd 50 Ecm
20 Gennaio: Corso di Fotografia
Dott.Riccardo Galetti
Dott.Andrea Marziali
Dott.Edoardo Mancuso
8-9 Febbraio: Corso di Ritrattamenti Endodontici
con il Dott. Teocrito Carlesi
16-17 Febbraio : Corso GBR
con il Dott. Orlando D’Isisdoro
Febbraio – Giugno :Corso Annuale Post-Graduate in Leadership e Business Management in Odontoiatria
con Il Prof . e Dott. Alessandro Quaranta
10-13 aprile: Corso Base di Implantologia su paziente
con il Dott. Filippo Chelli
Aprile-Ottobre: Corso Annuale di Protesi Fissa su paziente
con il Dott. Ezio Bruna
“Atomic habits. Piccole abitudini per grandi cambiamenti”– James Clear –
James Clear sfida l’idea convenzionale che porsi obiettivi ambiziosi sia la chiave del successo. Nel suo approccio, sostiene che l’ossessione per gli obiettivi può diventare fonte di stress e fallimento. Clear propone invece di concentrarsi sulle abitudini quotidiane, suggerendo che piccoli miglioramenti costanti siano più efficaci al fine di un vero cambiamento. Il suo metodo, pratico e facilmente applicabile, si concentra sullo sviluppo di buone abitudini e sull’eliminazione di quelle nocive. Clear offre un’alternativa pragmatica all’enfasi sugli obiettivi a lungo termine, mettendo in luce come le nostre azioni quotidiane possano guidarci verso una trasformazione profonda e duratura.
Da leggere
“Studia intensamente ciò che più ti interessa nel modo più indisciplinato, irriverente e originale possibile.”
Richard Feyman
Alla prossima!