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Articolo 10-20.11.2023

Abbiamo da poco superato la metà di novembre e già cominciamo a fare il bilancio sull’anno che volge al termine. Se nel biennio 2020-2021 la nostra attenzione è stata prosciugata dagli effetti della pandemia, con l’avvento di Omicron, all’inizio del 2022, tutto sembrava finalmente volgere nel migliore dei modi...
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Ma questo nostro tempo ricorda la saga di Dragonball, con i suoi boss sempre più micidiali (e Crillin che muore in continuazione). Lo scoppio della guerra in Ucraina e il rialzo delle tariffe sulle forniture di gas e carburante hanno messo a dura prova il nostro portafoglio e quello dei pazienti, con una drastica diminuzione del potere di spesa generale. A quel punto anche i prezzi al consumo, spinti da un’offerta che non riusciva a soddisfare la domanda, hanno iniziato ad aumentare, portando ai tassi inflattivi che tutti conosciamo. Il 2023 ce lo ricorderemo certamente per questo ensemble di rotture di scatole e forse, guardandoci indietro, ci sentiremo improvvisamente stanchi. Troppe battaglie, innumerevoli difficoltà, stravolgimenti imprevisti. Ecco a cosa ci ha abituato la nostra epoca. Quando nel 2019, solo quattro anni fa, guardavamo alle nostre esistenze potendoci permettere il lusso della noia, non avevamo la minima idea di quello che sarebbe accaduto. Eppure, nonostante tutto, siamo ancora al fronte, insieme, in questa nuova settimana di lotta. Onore a noi che non molliamo!

 Buona lettura,

Filippo

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COSA LEGGERAI OGGI :

News del settore : 5 milioni di Italiani disertano il dentista
Un pilastro della Letteratura : Stacchi, C., Spinato, S., Lombardi, T., Bernardello, F., Bertoldi, C., Zaffe, D., & Nevins, M. (2020). Minimally Invasive Management of Implant-Supported Rehabilitation in the Posterior Maxilla, Part II. Surgical Techniques and Decision Tree.
Il Punto di Filo: 
Networking e Collaborazioni
Annunci
Prossimi appuntamenti in sede (e online)
Libro della settimana : ll potere delle abitudini. Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle”; Charles Duhigg
Citazione della settimana

NEWS DEL SETTORE

  1. “Un grande passo avanti per l’assistenza odontoiatrica in Italia.” Con queste parole, Carlo Ghirlanda, presidente dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (Andi), ha annunciato in un’intervista a ‘La Stampa’ l’avvio di un innovativo Fondo integrativo per l’assistenza odontoiatrica. Questo progetto, pensato per facilitare l’accesso alle cure dentali, mira a contrastare la problematica crescente di italiani che rinunciano ai trattamenti odontoiatrici per motivi economici.
    Il fondo, che partirà con contratti collettivi e si evolverà in offerte individuali, garantirà a chi aderisce l’uso di un voucher spendibile presso il proprio dentista di fiducia. “L’obiettivo è rendere le cure dentali accessibili a tutti, senza discriminazioni,” spiega Ghirlanda, evidenziando la deducibilità fiscale del 19% e i costi di adesione contenuti. Un incentivo ulteriore è previsto per chi si dedica alla prevenzione e ai controlli semestrali.
    La necessità di questa iniziativa si evidenzia nel contesto di 5 milioni di Italiani che annualmente rinunciano alle cure odontoiatriche e nel fenomeno del cosiddetto ‘turismo odontoiatrico’, che porta molti a cercare cure all’estero, spesso con risultati discutibili. Ghirlanda mette in guardia contro i rischi di questo approccio, citando la mancanza di regolamentazioni e standard igienici nei Paesi dell’Est e potenziali connessioni con la criminalità organizzata.
  2. Il dato dei 5 milioni di Italiani che ogni anno rinunciano alle cure odontoiatriche emerge da un’inchiesta pubblicata qualche giorno fa su La Stampa. Il costo annuale delle cure odontoiatriche in Italia ammonta a 8 miliardi di euro, con solo l’0,07% di questo importo coperto dal Servizio Sanitario Nazionale. Questo fa emergere un netto contrasto con le aspettative dei cittadini riguardo al supporto dello Stato in termini di assistenza dentale.
    Secondo l’articolo, la percentuale di italiani che visitano il dentista almeno una volta all’anno è diminuita drasticamente, passando dal 50,8% al 40,2% tra il 2018 e il 2021. Questa tendenza lascia milioni di persone senza accesso alle cure odontoiatriche necessarie.

UN PILASTRO DELLA LETTERATURA
Ogni settimana, un articolo scientifico che non puoi non conoscere!

Stacchi, C., Spinato, S., Lombardi, T., Bernardello, F., Bertoldi, C., Zaffe, D., & Nevins, M. (2020). Minimally Invasive Management of Implant-Supported Rehabilitation in the Posterior Maxilla, Part II. Surgical Techniques and Decision Tree. The International Journal of Periodontics & Restorative Dentistry, 40(3), e95–e102. doi:10.11607/prd.4498

Contesto e Sfide 🤔
L’articolo si focalizza sulla riabilitazione supportata da impianti nella mascella posteriore quando c’è osso cresta insufficiente.
Affronta le sfide dell’atrofia della cresta alveolare e della pneumatizzazione del seno mascellare, che limitano l’altezza ossea disponibile.

Opzioni Chirurgiche e Materiali 🛠️
Vengono esplorate diverse tecniche chirurgiche e materiali da innesto.
Le opzioni includono l’innalzamento del seno mascellare con approcci laterali e trascrestali, oltre all’uso di impianti corti.

Albero Decisionale per la Pianificazione Chirurgica 🌳
Basato sulla larghezza bucconasale del seno, misurata a 10 mm dalla cresta alveolare.
Si divide in:
Seno Stretto (< 12 mm):
Uso di impianti corti. Elevazione del pavimento del seno trascrestale, in una o due fasi. Seno Ampio (> 12 mm):

Elevazione del pavimento del seno laterale, in una o due fasi.

Approcci Minimamente Invasivi 🌱
Importanza di ridurre le complicazioni e migliorare i risultati con tecniche meno invasive.
Incluso l’uso di impianti corti e ultracorti e metodi di elevazione del seno che salvaguardano le pareti ossee.

link all’articolo

IL PUNTO DI FILO
La mia personale riflessione sulla settimana appena trascorsa e su un tema a me caro.

Qualche giorno fa sono stato a Genova. Parlando con un collega mio coetaneo, ho appreso quanto sia difficile per un dentista senza le spalle coperte riuscire a emergere nel contesto di una grande realtà metropolitana. 

Il suo ragionamento trova conferma da quanto emerge dalle ultime indagini statistiche. Stando, infatti, a quanto riferito nel corso dell’ultima edizione del Congresso Odontostomatologico del Mediterraneo, tenutosi di recente a Catania, solo il 3% dei neo-laureati apre uno studio. 

Ora, se da una parte è vero che con il livello medio di preparazione universitaria, dobbiamo ringraziare Dio se i giovani colleghi aspettano ad avviare una realtà autonoma, è innegabile che lo scenario attuale (tra rotture di coglioni burocratiche, concorrenza spietata, spese di avviamento alle stelle e una generale diminuzione del potere di acquisto) scoraggi anche l’ottimista più affiatato. 

Pensa che quando ho aperto io, nel 2015 (a soli due anni dalla laurea), la situazione era già complicata, e sono passati solo otto anni! 

Oggi è un delirio totale, e solo chi ha del grano da investire (attinto magari dai sudati risparmi dei parenti) può permettersi il lusso di farsi del male. 

Perché è proprio di questo che parliamo: aprire uno studio è da veri masochisti. Un po’ come tutte le altre realtà imprenditoriali, sia chiaro, ma con rischi di impresa che coinvolgono anche la salute delle persone che si affidano alle nostre cure.  

Che poi nel 2023 non puoi più parlare di mantenere uno studio dentistico. Quello lo facevi venti anni fa. Oggi, il tuo studio lo devi coltivare ogni giorno. E non come fai con i pomodori, che pianti ad aprile e li metti in tavola a giugno. Nossignore, aprire uno studio dentistico è come interrare un ramoscello di ulivo e aspettare che ti dia l’olio. Ci vuole tempo, dedizione, sudore, e non è nemmeno detto che ti vada bene. Da pazzi. O da affamati, vedi un po’ tu. 

Oggi, se vuoi entrare nel mercato, devi investire in (1) tecnologia, (2) risorse umane, (3) marketing e (4) formazione. Te lo puoi permettere? Se fai parte di quel 97% di neolaureati, probabilmente no. E allora che fare? Andare a lavorare in una catena? Perché no… sicuramente, se hai la fortuna di trovare colleghi molto più bravi di te, comincerai ad accumulare quell’esperienza che rientra nel campo “formazione” dei quattro pilastri di poco fa.
E se poi hai modo di muoverti all’interno di un team composto da molte figure diverse, tra cui ASO, segreteria, odontotecnici, odontoiatri e igienisti, allora comincerai a sviluppare quelle soft skill necessarie a costruire le basi di una buona gestione delle risorse umane. Possiamo dire che sei già a metà dell’opera.
Un po’ di soldi li devi mettere da parte, o almeno prepararti a sottoscrivere qualche finanziamento, ma dopo pochi anni di attività clinica, se lo vorrai, sarai pronto a fare il grande passo. Da solo? Ecco, oggi ti direi di no. Se riesci a trovare qualche collega che condivide i tuoi stessi valori, unite le forze e datevi da fare insieme. Sì, è vero, il rischio di litigare è sempre dietro l’angolo, ma uno dei vantaggi di aspettare qualche anno prima di aprire è la possibilità di esplorarsi dentro per capire dove vogliamo arrivare, e allo stesso tempo trovare i partner più affini alle nostre aspirazioni. Un po’ di fortuna ci vuole sempre, questo è vero, ma dobbiamo sforzarci di aiutare la fortuna ad aiutarci. 

E poi, posso dirti una cosa? Basta con le mega cliniche da otto poltrone. Nella mia modestissima opinione il futuro è in piccolo: tre, massimo quattro riuniti, ottimizzazione dell’agenda e riduzione degli sprechi. Se poi, non riesci proprio a calmare le tue mire espansionistiche, vorrà dire che ti aprirai un secondo studio da qualche altra parte.
Certo che leggere queste frasi e pensarle uscite dalla tastiera di uno che parla sempre di sognare in grande, può sembrare paradossale. Ma grande non vuol dire per forza “tanto”, se poi di quel tanto non ci fai un cavolo. Se riesci a far lavorare eticamente ogni poltrona del tuo studio (e sottolineo eticamente), saturandone il fatturato potenziale (mettiamo 180K l’anno), allora puoi pensare di prenderne un’altra. Tutto il resto sono chiacchiere da bar e gare a chi ce l’ha più grosso: non servono a niente se non ad aumentare il tuo ISA e le passività del bilancio. Non proprio un sognare in grande, sei d’accordo?

Voglio concludere così come ho iniziato, con la stimolante conversazione avuta con il collega genovese. Secondo lui, che ha uno studio aperto da due anni e si impegna con anima e corpo al fine di portare a casa la pagnotta, una strategia per emergere (e differenziarsi) è quella di introdurre nella propria pratica l’implantologia zigomatica. 

E’ qui che, purtroppo, le nostre visioni si dividono. Non trovo giusto vivere in un mondo che ti costringe ad alzare l’asticella al punto da pensare di dover puntare tutto sull’infilare viti nello zigomo di un cristiano. E’ uno schifo. Uno schifo cui ti devi liberare. Ma per farlo, devi cominciare a pensare in grande! Oggi! 

 Filippo

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PROSSIMI APPUNTAMENTI

26 Novembre 2023 : Corso blsd 50 Ecm
16 Dicembre 2023 : Corso blsd 50 Ecm
20 Gennaio: Corso di Fotografia
Dott.Riccardo Galetti
Dott.Andrea Marziali
Dott.Edoardo Mancuso
8-9 Febbraio: Corso di Ritrattamenti Endodontici
con il Dott. Teocrito Carlesi
16-17 Febbraio : Corso GBR
con il Dott. Orlando D’Isisdoro
Febbraio – Giugno :Corso Annuale Post-Graduate in Leadership e Business Management in Odontoiatria
con Il Prof . e Dott. Alessandro Quaranta
10-13 aprile: Corso Base di Implantologia su paziente
con il Dott. Filippo Chelli
Aprile-Ottobre: Corso Annuale di Protesi Fissa su paziente
con il Dott. Ezio Bruna

LIBRO DELLA SETTIMANA

“Il potere delle abitudini. Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle”– Charles Duhigg –

La maggior parte delle scelte che compiamo ogni giorno non sono frutto di riflessioni consapevoli bensì di abitudini. E benché, singolarmente, non abbiano grande significato, nel loro complesso le abitudini influenzano enormemente la nostra salute, il nostro lavoro, la nostra situazione economica e la nostra felicità. Da secoli gli uomini studiano le abitudini, ma è solo negli ultimi anni che la neurologia, la psicologia, la sociologia e gli esperti di marketing hanno realmente iniziato a capire in che modo funzionano. Questo libro indaga la formazione delle abitudini sia a livello individuale sia collettivo, nelle aziende e nelle istituzioni. La buona notizia è che le abitudini non sono un destino: si possono ignorare, cambiare, sostituire o… mantenere. Charles Duhigg ci spiega come! Già pubblicato con il titolo: “La dittatura delle abitudini. Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle”.

P.s. Esiste anche in Italiano!

Da leggere

Acquista il libro qui

CITAZIONE DELLA SETTIMANA

“Qualsiasi cosa farai nella vita, studiati le complicanze.”

Marco Ronda

Alla prossima!

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