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Articolo 09-13.11.2023

Quante volte avrai sentito la celebre frase attribuita a Darwin: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”...
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La chiave di tutto, nella vita, è la flessibilità: il riuscir a rimodulare le proprie risorse a seconda delle circostanze. E’ proprio per questo che da oggi, la nostra Newsletter uscirà di lunedì. Mi sono accorto nel corso degli ultimi (quasi) due mesi che potevo ottimizzare il tempo a mia disposizione per la compilazione di questo documento: uno shift di sole 72 ore è stato sufficiente a rivoluzionare la mia agenda di tutta una settimana.
Sii affamato, sii folle, sii adattabile!

Buona lettura,

Filippo

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COSA LEGGERAI OGGI :

News del settore : Il Dott. Shaheen e le sue gesta eroiche a Gaza, incontro tra ANCOD e Ministero della salute e la risposta dell ‘AIO; il nuovo dentifricio all’arachide; ultima delibera per gli ECM.
Approfondimenti: : Revisione dell’Irpef per il 2024, cosa cambia?
Un pilastro della Letteratura : Brägger U, Lauchenauer D, Lang NP. “Surgical lengthening of the clinical crown”. J Clin Periodontol. 1992 Jan;19(1):58-63. doi: 10.1111/j.1600-051x.1992.tb01150.x. 
Il Punto di Filo: 
Networking e Collaborazioni
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Prossimi appuntamenti in sede (e online)
Libro della settimana : Tools of Titans”; Tim Ferriss
Citazione della settimana

NEWS DEL SETTORE

  1. Il dentista Mahmoud Shaheen di Gaza ha svolto un ruolo vitale nell’evacuazione di centinaia di persone da un’area residenziale, prevenendo vittime durante un bombardamento annunciato da una telefonata all’alba del 19 ottobre. Informazioni ricevute da un presunto membro dell’intelligence israeliana hanno permesso a Shaheen di evacuare i residenti prima che tre grattacieli venissero distrutti. Più tardi, un altro avviso di bombardamento lo ha spinto a evacuare ulteriori edifici. Nonostante la perdita della sua casa e del suo studio dentistico, Shaheen si è concentrato sulla sopravvivenza e sulla sicurezza della sua comunità. Grazie alle sue azioni, nessuno dei suoi vicini ha perso la vita.
  2. Il 7 novembre il direttivo dell’ANCOD (Associazione Nazionale Centri Odontoiatrici) si è riunito al Ministero della Salute per riferire quanto all’attuale panorama italiano. Stando a quanto riportato nell’articolo di Odontoiatria33 L’Associazione, istituita nel 2016, rappresenta cinque importanti aziende odontoiatriche italiane (DentalPro, Centri Dentistici Primo Caredent, Gruppo Dentalcoop, Bludental Clinique, HDental) e si impegna a contrastare gli stereotipi e migliorare la qualità dell’assistenza nei suoi 570 centri. Con 7mila medici odontoiatri e 8mila dipendenti, l’Ancod si focalizza su qualità, innovazione, accessibilità e trasparenza, e si sforza di rappresentare gli interessi del settore presso le istituzioni. Il presidente Nicola Spadafora punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a fronteggiare le proposte normative contro i gruppi organizzati. L’Ancod, che ha curato oltre 3 milioni di pazienti con un fatturato di 800 milioni di euro, affronta le critiche sulla qualità delle cure e sottolinea l’uso di materiali e specialisti di pari livello rispetto ad altri studi odontoiatrici, grazie a economie di scala e un approccio team-based alla pratica clinica.
  3. Pronta la risposta del segretario sindacale AIO, Danilo Savini, che, in una nota pubblicata sul sito dell’Associazione Italiana Odontoiatri, afferma di non essere sorpreso dalle dichiarazioni emerse durante il convegno organizzato da ANCOD. Savini critica ANCOD di diffondere “mezze verità”, sottolineando che il vero problema non è la qualità dei materiali o dei professionisti, ma la struttura delle grandi catene odontoiatriche. Secondo Savini, molti dei 7.000 medici citati da ANCOD sono in realtà collaboratori autonomi senza tutela contrattuale, e i centri ANCOD, pur dichiarando di offrire prestazioni essenziali per la salute, in realtà selezionano le più remunerative. Critica anche la presunta efficacia fiscale e normativa delle catene, sottolineando che non contribuiscono come dovrebbero alle tasse. Savini conclude evidenziando l’importanza delle società di capitali e delle reti d’impresa per l’odontoiatria organizzata, contrastando l’idea che ANCOD rappresenti l’unico modello di successo nel settore.
  4. Un recente studio ha dimostrato che un dentifricio formulato specialmente con una piccola quantità di proteina di arachide potrebbe essere utilizzato per ridurre la gravità delle reazioni nei soggetti allergici. Il dentifricio, prodotto dalla società biotecnologica statunitense Intrommune Therapeutics e denominato ‘OMIT’, funziona esponendo i soggetti allergici alle arachidi a una piccola quantità dell’allergene per aumentare la loro tolleranza. L’immunoterapia somministrata tramite dentifricio è una novità. Lo studio ha coinvolto 32 persone allergiche alle arachidi che hanno usato il dentifricio o un placebo per due minuti al giorno per 11 mesi. Tutti i partecipanti trattati con il dentifricio hanno tollerato la dose più alta somministrata senza reazioni sistemiche moderate o gravi. Il trattamento ha mostrato un’adesione del 97% e si prevede di svilupparlo ulteriormente per la popolazione pediatrica. Studi a lungo termine sono pianificati per esaminare l’uso continuo del dentifricio, con una prossima ricerca che coinvolgerà 80 bambini tra i 4 e i 17 anni.
  5. La Commissione Nazionale per la Formazione Continua ha stabilito le linee guida formative per il triennio 2023-2025 e le regole per il trasferimento dei crediti formativi:
    • Obbligo Formativo 2023-2025: Per il triennio 2023-2025, i professionisti devono acquisire 150 crediti formativi, fermo restando eventuali esoneri o esenzioni.

    • Proroga per Acquisizione Crediti 2020-2022: I professionisti possono acquisire crediti formativi relativi al triennio 2020-2022 fino al 31 dicembre 2023 per eventi conclusi entro tale data.

    • Spostamento Crediti al Triennio Precedente: È possibile spostare i crediti maturati entro il 31 dicembre 2023 al triennio 2020-2022 fino al 30 giugno 2024, sia per eventi residenziali sia per formazione a distanza (FAD).

    • Regolamento sui Crediti: I provider hanno 90 giorni di tempo dalla conclusione di un evento formativo per trasmettere i dettagli all’ente accreditante e al Co.Ge.A.P.S. Pertanto, la Commissione ha esteso il termine per lo spostamento dei crediti per assicurare che tutti i crediti maturati siano correttamente registrati e accessibili.

    • Riduzione dell’Obbligo Formativo in Caso di Emergenza: Per i professionisti che hanno lavorato nei territori colpiti da eventi alluvionali, è prevista una riduzione dell’obbligo formativo per il triennio 2023-2025.

APPROFONDIMENTI :

Revisione dell’IRPEF per il 2024: Cosa Cambia?

🔍 Introduzione Temporanea Solo per il 2024:
Le modifiche all’IRPEF applicate esclusivamente per il 2024. La loro conferma negli anni successivi dipenderà dalla disponibilità di risorse finanziarie.
🚀 Tre Principali Interventi:
Equiparazione della no tax area tra dipendenti e pensionati. Riduzione dell’aliquota del secondo scaglione Irpef dal 25% al 23%. Introduzione di una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%.
💡 Impatti Specifici:
Beneficio fino a 75 euro annui per dipendenti con redditi fino a 15mila euro. Applicazione della franchigia per redditi oltre 50mila euro. Benefici per i contribuenti variabili da zero a 260 euro annui.
📊 Nuova Struttura delle Aliquote IRPEF:
Fino a 28mila euro: aliquota del 23%. Da 28mila a 50mila euro: aliquota del 35%. Oltre 50mila euro: aliquota del 43%.
🧑‍💼 Effetti sui Professionisti:
Nessun cambiamento per redditi fino a 15mila euro. Risparmio per redditi tra 15mila e 28mila euro. Riduzione dell’imposta di 260 euro per redditi tra 28mila e 50mila euro. Riduzioni variabili per redditi oltre 50mila euro.
🔑 Considerazioni Finali:
Nessun contribuente penalizzato con la revisione 2024. Importante considerare i vincoli finanziari per applicazioni future.
Restiamo sintonizzati per ulteriori sviluppi!

fonte: https://www.andi.it/la-riforma-irpef-ad-oggi-per-il-2024/

UN PILASTRO DELLA LETTERATURA
Ogni settimana, un articolo scientifico che non puoi non conoscere!

Brägger U, Lauchenauer D, Lang NP. “Surgical lengthening of the clinical crown”. J Clin Periodontol. 1992 Jan;19(1):58-63. doi: 10.1111/j.1600-051x.1992.tb01150.x.

🔍 Lo studio esplora gli effetti dell’allungamento di corona clinica sui tessuti parodontali, coinvolgendo 25 pazienti di età compresa tra i 20 e gli 81 anni. Con un focus su 85 denti – 43 sottoposti a intervento e 42 come controllo – lo studio ha fornito insights cruciali sulle dinamiche post-chirurgiche.

👨‍⚕️ L’intervento, necessario per migliorare ritenzione protesica e accessibilità ai margini di preparazione subgengivali, prevedeva la riduzione della cresta alveolare, lasciando una distanza di 3 mm dal futuro margine di ricostruzione.

📊 I risultati hanno dimostrato che le variazioni nei livelli dei tessuti parodontali erano minimali e comparabili ai denti di controllo non sottoposti a chirurgia.

📌 Interessante notare che solo il 12% dei siti trattati mostrava una recessione del margine gengivale libero di 2-4 mm tra le 6 settimane e i 6 mesi dopo l’operazione.

👁️‍🗨️ Questo dato diventa particolarmente significativo in ambito estetico. Nei settori visibili della dentizione, le recessioni devono essere attentamente monitorate nel periodo di guarigione, specialmente in vista di future ricostruzioni protesiche.

🔬 “Si può concludere che la creazione di una distanza di 3 mm tra il livello osseo crestale alveolare e il futuro margine di ricostruzione durante l’allungamento chirurgico della corona clinica porta a livelli stabili dei tessuti parodontali in un periodo di 6 mesi. Nelle aree esteticamente importanti e visibili, le recessioni del margine gengivale libero devono essere attentamente osservate durante il periodo di guarigione dopo procedure di allungamento della corona, quando sono pianificate ricostruzioni protesiche su tali denti”.

IL PUNTO DI FILO
La mia personale riflessione sulla settimana appena trascorsa e su un tema a me caro.

Elogio del giorno no.

Se hai il dispiacere di seguire con costanza Il Punto, avrai probabilmente intuito che sono pieno di conflitti interiori. C’è n’è uno in particolare che rappresenta una costante nella mia esistenza ed è l’eterno contrasto tra il senso del dovere e l’istinto a lasciar andare.

Si può parlare di pigrizia? Probabilmente sì se consideriamo la definizione che ne dà Wikipedia: “la pigrizia è la mancanza di determinazione nel compiere un’azione di cui si riconosce l’importanza”. Se andiamo ad analizzare la questione dal punto di vista neuro-biologico, scopriremo che esistono dei meccanismi molto complessi mediati da neurotrasmettitori, tra cui la dopamina, uno degli attori chiave per tutto ciò che riguarda volontà, determinazione e piacere.

Ma cerchiamo di restare superficiali per non mettere troppa carne al fuoco.

Ritornando al conflitto di cui ti parlavo poco fa, la difficoltà sta proprio nello sconfiggere l’istinto alla pigrizia perché una volta che questa ti ha avviluppato, hai già perso la battaglia.

E’ come se ti trovassi sul parapetto dell’Empire State Building. Ai tuoi piedi le strade affollate di Manhattan, ma da quell’altezza l’unica cosa che riesci a sentire è il boato del vento che ti sferza il volto. In tale circostanza (che solo a descriverla mi sudano le mani) possiedi un’energia potenziale da paura, e ti basterebbe un minuscolo passettino in avanti perché questa forza si liberi fino a farti deflagrare sull’asfalto. Un processo irreversibile dall’innesco davvero semplice. Più poi alzi l’asticella (i momenti della giornata in cui la tua baseline di volontà è fisiologicamente sotto terra) più questa energia potenziale aumenta, rendendoti sempre più difficile uscire vincitore dal conflitto.

La buona notizia è che puoi allenare la mente affinché impari ad adattarsi a carichi più pesanti, proprio come si fa con i muscoli. E’ così che ogni tentazione a ritornare alla tua comfort-zone, può essere considerata come un bilanciere da sollevare per una serie di n ripetizioni.

Dato che questa analogia con l’allenamento muscolare comincia a piacermi, voglio provare ad addentrarmici ancora di più per provare a illustrarti un concetto ancora più importante.

Devi sapere che una sessione fisica di qualunque tipo si caratterizza dalla combinazione di tre variabili diverse e complementari che messe assieme ti danno l’idea di quanto è stato pesante il tuo allenamento: volume, intensità e densità.

In breve (anche perché non sono un personal trainer): il volume è il numero di ripetizioni per ogni esercizio, l’intensità è il carico di ogni ripetizione, la densità è il tempo di recupero tra una serie e l’altra. Questo nel bodybuilding, ma possiamo fare lo stesso discorso in tutti gli altri sport. Prendiamo ad esempio il calcio: l’intensità è la capacità di sprintare per raggiungere l’avversario, o sfruttare le occasioni di contrapiede, il volume è la durata della prestazione fisica, la densità sono i momenti di recupero per riprendere le forze.

Non puoi settare a palla tutte e tre le variabili perché moriresti. Il segreto di ogni buona prestazione sul lungo periodo è imparare a dosare volume, intensità e densità, perché alla fine la sommatoria abbia comunque un trend di miglioramento. Se ti concentri su una particolare variabile, mettiamo l’intensità, ti accorgerai che arriverai a un certo punto in cui ti manca la forza per dare un ulteriore incremento: ti troverai in stallo. E a quel punto hai due strategie: o ti intestardisci rischiando di farti male, o ti concentri su un altro parametro. Una persona saggia potrebbe quindi scegliere di diminuire un po’ il carico ma raddoppiare il numero di ripetizioni e poi, nel corso delle settimane incrementare lentamente il carico fino a raggiungere un numero di ripetizioni che un tempo pareva impossibile. E a quel punto si può ridurre il volume e ricominciare a aumentare l’intensità. E la densità? La densità è il parametro più figo perché non se lo vuole mai cagare nessuno, perché, in realtà rappresenta la variabile più faticosa da allenare. Se tuttavia non impari a sbatterci la testa, ti accorgerai che arriverai a un certo punto in cui l’apparato cardio-vascolare non starà al passo della forza muscolare e, fare una serie a carichi elevati e volumi costanti ti lascerà senza fiato. E in quel momento, la cosa giusta da fare è abbassare i carichi, alzare il volume e ridurre i tempi di recupero.

Va bene, penso che il concetto ti sia chiaro.

Con la volontà è la stessa cavolo di roba: puoi esercitarla, ma dosando bene il carico di lavoro totale.

Ed è qui che, finalmente, arriviamo ai giorni in cui l’istinto di pigrizia ha la meglio sul senso del dovere. Talvolta sembra non esserci una spiegazione immediata. Perché oggi non sono riuscito ad affrontare un compito che di solito riesco a compiere senza grossi problemi? Perché stasera non ho resistito a quei due etti di pennette condite con una pseudo-carbonara che nemmeno in Cucine da incubo. Ero tornato a casa con le migliori intenzioni del mondo, ma (“non so come, Vostro Onore”) mi sono ritrovato con le fauci imbevute di albume stracotto e grasso di pancetta scadente. E mentre ti guardi allo specchio con un misto di ribrezzo e sensi di colpa, ti chiedi cosa c’è che non va nella tua mente bacata e perché non riesci a essere disciplinato. Il rischio è quello di buttarsi giù, collezionando scivoloni come figurine Panini e ritrovarsi dopo poche settimane a essere ritornati con la volontà di un bradipo.

A questo punto mi potresti obiettare che basterebbe rimettersi in carreggiata. Sì, è vero, ma ti devi ricordare che non sempre è così scontato riuscire a tenere a bada il cervello: spesso, infatti, il ricordo di dove eravamo arrivati, e dello sforzo che avevamo profuso per raggiungere quel livello, sembra così lontano che non ce la sentiamo di ricominciare. E così, alla fine, ritorniamo a vegetare nella nostra comfort-zone, fino a che qualche evento esterno non ci dia quello stimolo necessario a ricominciare. E intanto il tempo passa.

Tutto questo per dirti che devi benedire quei momenti in cui l’istinto alla pigrizia ha la meglio sul tuo senso del dovere. Sono come i piccoli dolorini al ginocchio quando ti alleni. Come ogni altro segnale inviatoci dal cervello, anche i momenti di sconfitta, i giorni no, le battute di arresto (chiamale come diavolo ti pare) ti avvisano che stai spingendo troppo e che devi concentrarti su un altro parametro. Probabilmente stai esagerando con il volume e tempi ridotti di recupero. Cerca di migliorare quell’aspetto. Prova a capire quali decisioni giornaliere puoi delegare ad altri, cerca di focalizzarti solo su poche priorità e, mi raccomando, seguine una alla volta, impegnandoti sempre a non fermarti fino a che non arrivi a un checkpoint ben definito. Non lasciare le cose a metà, il nostro cervello ne rimarrebbe imbrigliato. Evita le distrazioni negative. Se stai passando un momento complicato per una malattia e per qualche sfiga imprevista, accetta di ridurre il carico di lavoro fino a che le cose non tornano nella norma. Se perseveri in questo metodo di allenamento bilanciato della volontà ti accorgerai che le stesse circostanze che oggi ti bloccano, tra un anno potresti sopportarle senza il minimo tentennamento. Ti stupirai allora degli enormi progressi che avrai fatto: miglioramenti ottenuti anche grazie a quei giorni in cui hai ceduto alla pigrizia e ne hai fatto tesoro, senza giudicarti, o al massimo, perdonarti dopo esserti giudicato (che poi sulle prime ci giudichiamo sempre).

Il mio consiglio prima di lasciarti è di analizzare bene le occasioni in cui ti lasci sconfiggere dall’istinto: interroga la tua giornata, scrivi su un diario le tue sensazioni, ti garantisco che riuscirai a trovare la causa del fallimento. Una volta individuata, ti sarà ancor più facile ristabilire le giuste priorità e intraprendere le azioni correttive al fine di procedere nel lungo, meraviglioso cammino di una vita piena.

A presto,

Filippo

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LIBRO DELLA SETTIMANA

Tools of Titans– Tim Ferriss –

Più che un libro, una miniera d’oro. Consigli, strumenti e strategie di personaggi di successo dal mondo dello sport, dell’intrattenimento, dell’imprenditoria, della scienza. Se vuoi leggere cosa hanno da dirti Arnold Schwartzenegger, Seth Godin, Edward Norton e Paulo Cohelo (oltre a tantissimi altri), non devi far altro che acquistare il volume. Poi puoi leggerlo saltando i capitoli, o dall’inizio alla fine, tutto insieme, o un po’ alla volta. Tools of Titans è un compagno che ti guiderà attraverso le stagioni della vita.

P.s. Esiste anche in Italiano!

Da leggere

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CITAZIONE DELLA SETTIMANA

“È pigro l’uomo che può far di meglio.”

Ralph Waldo Emerson

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