Sono rimasto così colpito dall’esperienza che le ho dedicato un intero Punto di Filo: leggilo se ti ritrovi spesso vittima di un cazzeggio indisciplinato da cui vuoi affrancarti. Per il resto, nuovi approfondimenti, articoli, news e…
Buona lettura,
Filippo!
News del settore : Stop al riconoscimento automatico della laurea estera; Un dentista molesto; impianti zigomatici; disturbi ATM for dummies.
Approfondimenti: : Osteonecrosi dei mascellari farmaco correlatas (Parte 2)
Un pilastro della Letteratura : Keys W, Richards D. Long-term (10-year) dental implant survival: A systematic review and sensitivity meta-analysis
Il Punto di Filo:
Networking e Collaborazioni
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Prossimi appuntamenti in sede (e online)
Libro della settimana : “Pensieri lenti, pensieri veloci” – Daniel Kahneman –
Citazione della settimana
NEWS DEL SETTORE
- Stop al riconoscimento automatico (anche se temporaneo) della laurea estera. L’articolo 15 del Decreto 34/2023 aveva introdotto la possibilità per i professionisti sanitari stranieri di lavorare temporaneamente in Italia senza il riconoscimento del proprio titolo di studio. Questa norma era stata creata per far fronte alla carenza di personale sanitario durante la pandemia e sarebbe dovuta durare fino al 31 dicembre 2025. Tuttavia, la CAO (Commissione Albo Odontoiatri) ha inviato una nota al Ministero della Salute chiedendo di escludere gli odontoiatri da questa disposizione. Secondo la CAO, la norma sembra essere stata concepita principalmente per i medici e gli infermieri, settori in cui c’è una reale carenza di personale. Gli odontoiatri, d’altro canto, sono in gran parte liberi professionisti e non c’è carenza nel loro settore. Il presidente della CAO, Raffaele Iandolo, sottolinea che il numero di odontoiatri iscritti all’Albo è già ampiamente sufficiente per garantire l’assistenza ai cittadini italiani. Per queste ragioni, la CAO sollecita un intervento legislativo specifico che escluda la professione odontoiatrica dall’articolo 15 del Decreto 34/2023, sottolineando che le circostanze che hanno portato alla creazione di questa norma non si applicano al settore odontoiatrico.
Fonte: Odontoiatria 33 - Un dentista di 60 anni a Torino è al centro di un processo penale in cui è accusato di violenza sessuale nei confronti della sua assistente alla poltrona. La Procura, rappresentata dal pm Giulia Rizzo, ha chiesto una pena di sette anni e quattro mesi di reclusione per l’uomo. Oltre alle accuse di violenza sessuale, è anche accusato di esercizio abusivo della professione e di ricettazione di farmaci anabolizzanti non autorizzati. La denuncia è stata presentata dall’assistente nel 2020, quando la donna ha deciso di non sopportare più gli abusi fisici e psicologici subiti all’interno dello studio dentistico. L’uomo era già stato posto ai domiciliari in seguito alla sua testimonianza e ai referti medici. Inoltre, è stato emesso un divieto di avvicinamento e l’obbligo di firma.L’assistente ha subito abusi sessuali e minacce, inclusa la minaccia di morte, per evitarne la denuncia. Di conseguenza, ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico. La donna è rappresentata legalmente dall’avvocato Silvia Lorenzino.
Fonte: Quotidiano Piemontese - Un recente sondaggio dell’Istituto Piepoli per la FNOMCeO ha evidenziato l’importanza della sanità pubblica per gli italiani, nonché la loro fiducia nel sistema sanitario nazionale. Nel contesto odontoiatrico, il rapporto rivela che l’84% degli intervistati ha un dentista di fiducia, mentre solo il 10% si rivolge a catene odontoiatriche. Tra i professionisti del settore, il 41% vede negativamente la presenza delle catene, sottolineando come queste possano abbassare la qualità delle prestazioni e deteriorare la relazione personale con il paziente.
Questi dati mettono in luce l’importanza del rapporto di fiducia tra dentista e paziente, e sollevano questioni sulla qualità e l’efficacia delle catene odontoiatriche, soprattutto riguardo alla personalizzazione e alla qualità delle cure.
Fonte: Indagine eseguita sull’opinione pubblica e sul personale medico dall’Istituto Piepoli per la FNOMCeO - Gli impianti zigomatici stanno diventando oggetto di crescente discussione tra gli specialisti. Il professor Pietro Felice e il professor Massimo Simion, nel corso della Consensus Conference della IAO, hanno sollevato preoccupazioni sul loro utilizzo indiscriminato. Secondo gli esperti, queste procedure dovrebbero essere riservate solo a casi specifici, come i pazienti oncologici e quelli con atrofie severe del mascellare. La ragione è semplice: la complessità e i rischi associati.
Entrambi i professori evidenziano la necessità di una formazione chirurgica accurata e specifica. I problemi emergono quando vengono eseguite da dentisti non adeguatamente formati, portando a complicanze che vanno dalle sinusiti alle fratture dell’osso zigomatico. Non sorprende quindi che siano intervenuti per chiedere una regolamentazione più stretta, sottolineando che una carente conoscenza anatomica e chirurgica può causare complicanze gravi, sia nel breve che nel lungo termine. Per ridurre tali rischi, il professor Felice suggerisce una formazione anatomo-chirurgica più rigorosa, una migliore selezione dei casi e una supervisione post-operatoria attenta. Ciò include anche la collaborazione con altre specialità mediche come l’otorinolaringoiatria, soprattutto per evitare complicanze come le sinusiti.
In sintesi, mentre gli impianti zigomatici possono essere una soluzione efficace per casi complicati, il loro uso indiscriminato può portare a complicazioni serie. È quindi fondamentale che solo specialisti altamente formati li eseguano, e solo quando strettamente necessario.
Fonte: Dental academy - Da Instagram: Disordini ATM spiegati in maniera chiara.
APPROFONDIMENTI :
PARTE 2/3
L’argomento di oggi è il secondo dei tre approfondimenti sulle osteonecrosi farmaco-correlate. Per leggere la prima parte vai qui. Ho chiesto alla Dottoressa Marianna De Nale, nostra collega e utente molto attiva sui vari gruppi del settore, il permesso di poter prendere una sua schematizzazione delle linee guida 2020 e inserirla (ulteriormente schematizzata) all’interno della nostra Newsletter.
Manifestazioni
Terapia Implantare
ONJ Precoce (ISTO)
Entro 6 mesi dall’inserimento implantare.
Solitamente entro i 3 mesi. 🕒
IPTO
Tardiva e legata a processi di perimplantite.
Dopo almeno sei mesi dall’inserimento dell’impianto.
Solitamente dopo 41 mesi dalla chirurgia.
Protesi Mobili Incongrue
Fattori anatomici predisponenti: Tori, esostosi, cresta miloiodea particolarmente pronunciata..
Più frequenti in mandibola.
Segni Clinici per la Diagnosi:
Alitosi
Ascesso odontogeno
Asimmetria mandibolare
Dolore dentale e/o osseo
Esposizione osso necrotico
Fistola mucosa
Fistola extra-orale
Iperemia mucose
e altri… 📋
Esami Strumentali (da correlare sempre a quelli clinici)
Primo Livello: RX endorale e OPT
Secondo Livello: TC/CBCT
Terzo Livello: Risonanza magnetica, Scintigrafia ossea total body con TC99, PET, SPECT, Biopsia 🧪
Stadiazione ONJ
Stadio 1: Focale, presenza di un segno clinico minore e addensamento osseo in CBTC.
Stadio 2: Differisce dal primo per osteosclerosi diffusa con o senza fistola oro-antrale.
Stadio 3: Differisce dal 2 per fistola extraorale, fuoriuscita di liquidi dal naso. 🚨
🦷 Gestione Pazienti Odontoiatrici 🦷
📋 Preparazione Pre-Terapia:
Trattamento di eventuali problematiche odontoiatriche prima dell’inizio delle terapie oncologiche e per il mieloma multiplo.
Iniziare terapie non prima di 4/6 settimane, fino alla completa epitelizzazione del sito post-estrattivo e in assenza di sintomi chirurgici.
🦴 Pazienti Osteometabolici:
Terapie preventive entro 6 mesi dall’inizio.
Follow-up a lungo termine e monitoraggio ogni sei mesi per paziente non oncologico.
🔬 Follow-Up Oncologici:
Follow-up ogni 3/4 mesi.
❗ Eventuali Sospensioni BP/AA/Denosumab:
Bifosfonati: Sospensione consigliata da 7 giorni prima fino a 4/6 settimane dopo.
Denosumab: Terapie chirurgiche dopo la 3ª settimana e attesa di 4/6 settimane per la successiva dose.
Anti-Angiogenici:
Bevacizumab: 5/8 settimane dalla somministrazione e attesa 4/6 settimane.
Sunitinib: Dopo una settimana e attesa 4/6 settimane.
📊 Management Odontoiatrico
🚑 Protocollo Base per Chirurgia Dento-Alveolare:
Antibiotici: Augmentin o amoxicillina 1gr 3vv die con metronidazolo 500mg 3vv die.
Anestetico Locale: Sciacquo preoperatorio con Clorexidina 0,2 senza alcool.
Procedure: Lembo mucoperiosteo a spessore totale, lussazione minimamente invasiva, ecc.
Irrigazione: 1-2 minuti con Rifocin o Rifamicina sodica.
Strumenti: Apparecchi piezosonici consigliati.
🤕 Post-Operazione: Rimozione delle suture dopo 7/10 giorni.
Ogni settimana, un articolo scientifico che non puoi non conoscere!
L’articolo di oggi è una recente revisione della letteratura con metanalisi che mira a indagare la durata di un impianto nel tempo. Capisco che detta così è poco professionale, ma non è sempre questa la domanda dei nostri pazienti?!
Buona lettura!
Howe MS, Keys W, Richards D. Long-term (10-year) dental implant survival: A systematic review and sensitivity meta-analysis. J Dent. 2019 May;84:9-21. doi: 10.1016/j.jdent.2019.03.008. Epub 2019 Mar 20. PMID: 30904559.
🎯 Obiettivi dello Studio
Identificare e valutare gli studi più recenti che mostrano i tassi di sopravvivenza degli impianti dentali negli adulti (età ≥18 anni). Esplorare nuovi fattori che potrebbero prevedere la sopravvivenza dell’impianto.
📚 Fonti Consultate
La ricerca è stata condotta su database affidabili come MEDLINE, Scopus e il Registro Cochrane di studi controllati, coprendo un periodo dal 1997 al gennaio 2018.
🔍 Criteri di Selezione
Lo studio si è concentrato su studi osservazionali prospettici che avevano almeno 10 partecipanti e 35 impianti. L’obiettivo era esaminare il ‘tasso di sopravvivenza assoluta’ degli impianti dopo 10 anni di posizionamento.
📊 Risultati Principali
18 studi hanno superato i criteri di inclusione.
La stima complessiva della sopravvivenza a 10 anni era del 96,4%.
L’intervallo di previsione era tra il 91,5% e il 99,4%.
Una meta-analisi di sensibilità ha rivelato una stima del 93,2%, con un intervallo di previsione tra 76,6% e 100%.
📉 Fattori di Rischio
L’età avanzata (≥ 65 anni) è risultata essere un fattore di rischio significativo, con un tasso di sopravvivenza stimato del 91,5%.
📝 Conclusioni
L’analisi tradizionale conferma risultati simili a quelli di revisioni precedenti.
Una meta-analisi di sensibilità più realistica mostra un possibile raddoppio del rischio di perdita dell’impianto nelle fasce di età più avanzate.
IL PUNTO DI FILO
La mia personale riflessione sulla settimana appena trascorsa e su un tema a me caro.
Quello che non sappiamo è dove saremo tra otto secondi. Con la mente intendo, perché è proprio questo è il tempo medio di attenzione dell’uomo moderno. Sì, hai capito bene.
Te lo spiego con un esempio banale. Se per leggere una facciata di Word ci vogliiono circa 3 minuti, non dovresti stupirti nel trovarti con la testa tra le nuvole per ben 22 volte!
Nel 2000 il tempo medio si attestava attorno ai 12 secondi e, risalendo le epoche, ci accorgiamo che i nostri antenati riuscivano a restare concentrati per molto, molto più a lungo.
Pensa che quando è stata inventata l’automobile, nessuno avrebbe pensato di installarvi un’autoradio: che idea stupida, l’intrattenimento stava tutto nel mettersi al volante del veicolo. Oggi, salvo qualche eccezione, guidare può diventare un’esperienza noiosa: ed ecco che ci si ingegna al fine di procacciarsi una qualche evasione (più o meno lecita).
In questo modo, tuttavia, impieghiamo il cervello in due attività distinte (il cosiddetto multitasking), con il rischio di pericolosissime disattenzioni.
Arrivati a questo punto possiamo cospargerci il capo di cenere, rimpiangendo i bei tempi che non sono più; potremmo sforzarci in una titanica battaglia contro le tecnologie, alla ricerca del tanto agognato Eldorado dell’attenzione.
Va di moda oggi affidarsi ai coach del digital detox e, per carità, ritengo ci siano alcune situazioni patologiche in cui ricorrere a delle misure drastiche rappresenti l’unica soluzione possibile. Ma nella stragrande maggioranza dei casi, quello che ci vuole, a mio avviso, è solo un po’ di prudenza.
Mettitelo in testa, non puoi cambiare il mondo e, a meno che tu non sia un anacoreta, non ti puoi neanche permettere di tagliare i fili con tutti.
Quello che devi fare, invece, è impegnarti attivamente alla consapevolezza. Hai capito bene e, fidati, questo è forse il concetto più importante che leggerai questa settimana: l’unica cosa che conta nella tua vita è mantenere la consapevolezza.
Ritorniamo all’assurdo esempio del tempo di lettura di una facciata. Cerca di seguirmi. Mettiamo che ci vogliano davvero solo tre minuti per arrivare fino in fondo, comprendendo tutto il testo (perché c’è anche chi legge senza capirci mai nulla, quasi si stesse allenando per le distrettuali giovanili di compitazione).
Facciamo sedere allo stesso tavolo quattro persone e mettiamogli il foglio davanti al naso. Il primo impiegherà poco più di tre minuti, ma non ci avrà capito nulla. Il secondo ne impiegherà sei, ma alla fine avrà trattenuto la maggior parte delle informazioni, il terzo ne impiegherà quattro comprendendo tutto il testo. Il quarto, infine, è l’esempio dello stato zen: in 180 secondi spaccati avrà completato la lettura senza perdere mai la concentrazione.
Ora analizziamo brevemente i primi tre casi e cerchiamo di capire a quale sentiamo di appartenere.
Caso numero 1: il soggetto ha cominciato la lettura ed è rimasto vigile per qualche riga, poi, pur continuando a scorrere le parole, si è distratto e la sua mente ha vagato fino all’ultimo periodo della facciata. Quando ha alzato la testa, dopo poco più di 180 secondi, si è reso conto che doveva ricominciare da capo.
Caso numero 2: il secondo partecipante al nostro esperimento immaginario si è subito buttato nella lettura, ma vuoi per un messaggio sullo smartphone cui ha dovuto rispondere, vuoi per quel badge sull’icona di Instagram che lo ha distratto, ci ha impiegato ben sei minuti. Alla fine è anche riuscito ad avere un’idea sui contenuti più importanti, ma avrà bisogno di un’ulteriore lettura per avere tutto chiaro.
Caso numero 3: anche questo soggetto non è stato immune dalle distrazioni (esterne e interne), ma a differenza del secondo, ha avuto la grande capacità di accorgersene prima che potessero portarlo a divagare. Come un infallibile cecchino, headshottava ogni pensiero indesiderato non appena faceva capolino oltre il muro dell’attenzione. Inoltre aveva avuto la brillante idea di mettere offline lo smartphone, troncando di netto tutto il flusso di input esterni.
Ecco, non c’è nulla di male nel far parte del primo o secondo caso, ma è chiaro che sforzarsi per appartenere al terzo è l’obiettivo cui dovremmo tendere ogni giorno.
Del quarto soggetto non vale nemmeno la pena parlare: si tratta di pochi sparuti esseri umani (se esistono), immuni da ogni turbamento interiore o esteriore.
E’ chiaro che se fai parte del primo gruppo, rischi di perdere un sacco di tempo e, come quasi certamente saprai, il tempo è l’unica risorsa che non ti puoi permettere di sprecare, specie se come me hai un’attività clinica che già impegna gran parte della tua giornata.
Passare dal caso 1 al caso 2 richiede uno sforzo di consapevolezza, l’accesso all’ambito terzo gruppo, una volta acquisita la base necessaria, è solo questione di esercizio e buone abitudini.
Ma a questo punto come acquisire consapevolezza? Prima di parlare di meditazione ed esercizi respiratori (peraltro fondamentali), vorrei che ti concentrassi su una singola parola: visione.
Hai una visione chiara di dove ti trovi oggi? Non parliamo del futuro, quello non conta nulla se non conosci il tuo punto di partenza! Se fossi in te, mi fermerei una mezz’ora (distrazioni permettendo!) e butterei giù qualche riga sulla posizione che occupi oggi nel mondo.
Chi sono? Cosa faccio? Come lo faccio e, soprattutto, perché?
Da qui ti puoi mettere a riflettere su quello che vorresti ottenere in ogni aspetto della tua vita.
Non è il momento di lasciarti imbrigliare dalle limitazioni imposte dalla società o dalla tua attuale situazione finanziaria: libera la fantasia!
La visione di chi vorresti essere, che ne so, a cinque anni da oggi, deve essere la più chiara possibile. Devi averla vivida davanti agli occhi, come se la stessi guardando sullo schermo di una tv da 80 pollici.
Cerca di entrarci dentro, studia bene i dettagli (che calzini indossi?!), annotali.
Non è un esercizio facile, ci mancherebbe. Ma è la base per tutto il resto. Quindi non rifletterci troppo sopra, e anche se ti sembra una stronzata, porta a termine il compito.
Quando avrai scritto tutto e la tua visione risulterà il più nitida possibile, riponila in un posto dove puoi accedervi periodicamente: sarà la base di tutto, sapendo che potrai aggiungere o togliere a tuo piacimento ogni volta che vorrai. Ma ricorda, non dovrai assolutamente lasciare che le circostanze in cui ti ritroverai in un determinato momento della tua esistenza possano portarti a ridimensionare l’entità della tua visione. Insomma, quello è il tuo sogno e devi impedire a chiunque di rovinartelo!
Rileggi spesso la tua visione e ogni volta cerca di rappresentartela bene dentro la testa: sarà la tua stella polare.
A questo punto, spacchetta quel bel quadro che vuoi raggiungere in piccole azioni praticabili sin da oggi.
Facciamo qualche esempio. Se nella tua visione sei in buona salute, potresti fissarti come obiettivo quello di scegliere un paio di scarpe nuove da ginnastica (non quello di correre una maratona!) e metterlo tra le cose da fare entro il fine settimana. Se nella visione sei un’ottima protesista che gira in consulenza e lavora solo tre giorni a settimana, comincia con l’iscriverti a un corso di fotografia odontoiatrica e apri un profilo su Linkedin.
Insomma, se è vero che ogni lungo viaggio inizia da un singolo, brevissimo passo, il concretizzarsi della tua visione parte da una prima, minuscola azione.
La visione ti darà consapevolezza di dove ti trovi e dove vuoi arrivare. A questo punto sarai passato dal caso 1 al caso 2. Complimenti! E’ qui che comincia il difficile.
La battaglia per la consapevolezza si rinnova ogni giorno, non appena ti alzi dal letto.
C’è una forza, infatti, che ci spinge sempre a scegliere la strada a minor resistenza. E’ come una diavolo di gravità che ti attira verso l’immobilità esistenziale. E quando soccombiamo a questa forza (perché vuoi o non vuoi capita a tutti di soccombere), perdiamo lo sguardo sulla nostra visione e, inevitabilmente, ci distraiamo.
Dobbiamo stare allora molto attenti al fine di intercettare ogni stimolo che ci devi dal momento presente, dal nostro attuale obiettivo.
E arriviamo così al nocciolo del nostro discorso: la visione suggerisce un traguardo. Allenare a mantenere la nostra consapevolezza fissa sul traguardo, ci spinge a trovare sempre nuove strategie per evitare le distrazioni.
Alla fine riusciremo ad innalzare quella maledetta soglia di otto secondi nei momenti in cui avremo bisogno di molta concentrazione per portare a termine il compito che ci siamo fissati. Capiterà sempre che un pensiero, o qualcosa dall’ambiente esterno, proverà a strapparci dal nostro stato di flusso, ma se avremo allenato la consapevolezza, riusciremo ad accorgercene e, senza giudicare o lasciarci coinvolgere, torneremo alla nostra attività (a meno che l’agente esterno non sia l’ASO che ti urla addosso perché il paziente cui hai somministrato l’anestesia sta avendo uno shock anafilattico. In quel caso, ciaone visione, alza le chiappe e prendi l’adrenalina).
Al termine di questa riflessione settimanale, ti invito a prendere inspirazione dalla citazione di oggi e dal libro che ti ho consigliato!
A presto,
Filippo
Lo studio è equipaggiato con due riuniti, un ortopantomografo con braccio per teleradiografia, un RX endorale con sviluppatore digitale, un’autoclave di tipo B e un banco per laboratorio odontotecnico. Disponibili anche kit per devitalizzazione, come motore endodontico, beefill 2 in 1, e rilevatore apicale. Lo studio è socio del Consorzio Nazionale Odontoiatria Accreditata, che offre la possibilità di aderire a diversi servizi e un gruppo di acquisto per materiale e attrezzature.
Per ulteriori informazioni o per organizzare una visita, contattare il 3398264051 o inviare una e-mail a info@cnoa.it
Cercasi consulente endodontista/conservatore a Fermo per collaborazione in studio già avviato. Per info rispondere direttamente a questa mail.
AUTUNNO 2023
4 Novembre : WEBINAR Surgical anatomy applied to clinical periodontology
10-11 Novembre : CORSO Intarsi
11 Novembre : Corso blsd 50 Ecm
18 Novembre : WEBINAR II Purpose e leadership per il team odontoiatrico
25 Novembre : Congresso Chirurgia : I GIORNI DELL’IMPLANTOLOGIA MODERNA Prima Edizione
26 Novembre : Corso blsd 50 Ecm
16 Dicembre: Corso blsd 50 Ecm
Deep Work – Cal Newport –
Nella frenesia del mondo moderno, perdiamo spesso la capacità di concentrarci su compiti che richiedono un impegno mentale profondo. Cal Newport, in Deep Work, affronta questa sfida e ci offre quattro regole fondamentali per riacquistare il focus e migliorare la nostra produttività. Un libro che mi ha ispirato a ritagliarmi dei blocchi di tempo in cui mi disconnetto dal mondo e faccio ciò che è necessario senza se e senza ma (che siano piani di trattamento, post, bonifici o revisioni settimanali).
Non commettere l’errore di pensare che questo testo sia appannaggio di qualche ricercatore alle prese con la consegna imminente di un paper, o dello scrittore affetto dalla sindrome del cazzeggio selvaggio. Se gli concedi una sola, piccola possibilità, il buon vecchio Cal ti accompagnerà in un viaggio introspettivo da cui tornerai cambiato. In meglio ovviamente.
‘ Lo slancio va in entrambe le direzioni. Non ti muovi, ti senti pigro. Inizi a muoverti, hai voglia di muoverti ancora un po’. Non parli, ti senti timido. Inizia a chiacchierare, la conversazione diventa un po’ più semplice. Non rifletti, ti senti senza ispirazione. Rifletti, inizi a trovare nuovi spunti”
James Clear